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Primo Piano

Primo Piano (148)

La questione si può inquadrare così.
Nel caso che un coniuge fiscalmente incapiente ceda il proprio bonus relativo al 110 % (sorto su un immobile di sua proprietà) all’altro coniuge, che in seguito muore, le rate residue del credito, alla luce dell’esame della disciplina tributaria e civilistica, appare dubitabile il fatto che il credito acquisito dal cessionario poi defunto possa essere trasmesso agli eredi.
Infatti, il defunto non è titolare di una detrazione le cui quote residue si trasferiscano automaticamente agli eredi che siano nella detenzione materiale e diretta dell’abitazione oggetto dei lavori, ma è titolare di un credito di imposta acquisito a seguito della cessione a suo favore, da parte dell’altro coniuge che aveva sostenuto le spese agevolate, della relativa detrazione originariamente spettante.
Il credito di imposta, non è un credito fiscale da rimborso, per questo motivo non pare essere qualificabile come un credito trasferibile per successione agli eredi.
Infatti secondo l’art. 121, comma 3, del DL 34/2020, La quota di credito non utilizzata nell’anno non può essere riportata a nuovo negli anni successivi e non può essere chiesta a rimborso.

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Anche se molto dibattuta la questione è abbastanza semplice.
Trattandosi di un componente dell’impianto termico, si rende applicabile la detrazione del 50% per ristrutturazione edilizie, sempre che si tratti di un intervento eseguito su unità immobiliare residenziale posseduta o detenuta da persona fisica.
Ai fini urbanistici, nel caso in cui la normativa non prevede alcun titolo abilitativo per la realizzazione degli interventi, il contribuente deve comunque predisporre e conservare la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nel quale siano indicate la data di inizio lavori e attestata la circostanza che gli interventi rientrano fra quelli agevolabili.
E’ obbligatoria, essendoci un risparmio energetico, la comunicazione all’Enea (Energia Nucleare Energie Alternative) della scheda descrittiva dell’intervento entro 90 giorni dalla data di fine lavori o di collaudo delle opere, relativa all’anno in cui essi sono terminati. La comunicazione avviene attraverso l’apposito sito web (https://detrazionifiscali.enea.it/)

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In caso di emissione di una  fattura da parte di un Avvocato libero professionista Italiano iscritto alla Cassa forense ad un cliente estero  si chiede se è obbligatorio esporre in fattura il contributo integrativo della cassa stessa.
- Secondo l’art. 18 del Regolamento unico della previdenza forense, tutti gli avvocati iscritti agli albi, nonché tutti i praticanti avvocati iscritti alla Cassa devono applicare una maggiorazione, percentuale su tutti i corrispettivi rientrati nel volume annuale d’affari ai fini dell’IVA.
La maggiorazione è ripetibile nei confronti del cliente.
Pertanto, in caso di fattura emessa verso un cliente straniero, il professionista dovrà addebitare il contributo integrativo.

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Si
La sostituzione di una porta basculante o la motorizzazione della porta del garage, rientrano fra gli interventi di manutenzione straordinaria le cui spese consentono l’accesso alla detrazione del 50 %, purché si tratti di un garage pertinente ad una abitazione.
Per fruire della detrazione, è necessario il pagamento delle fatture con bonifico bancario o postale , senza la necessità della comunicazione all’ENEA (in quanto viene installato  solo ed esclusivamente il  motore).
Al fine IVA, come intervento di manutenzione di box pertinente ad abitazione si applica l’aliquota del 10%.

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Per i ricorsi pendenti in Cassazione al primo gennaio 2023 non ci si può avvalere dell’accordo conciliativo con l’ufficio.
Infatti la conciliazione agevolata delle liti tributarie pendenti al primo gennaio 2023 può riguardare solamente le liti davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado se hanno ad oggetto atti impositivi, in cui è parte l’Agenzia delle Entrate.
Le liti pendenti in Cassazione al primo gennaio 2023 possono essere invece definite con la chiusura delle liti pendenti.
Per informazioni o quesiti potete rivolgervi all'Associazione Consumatori Azienda & Famiglia Tutelata.

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Nei casi in cui in una famiglia ci sia una persona con una disabilità grave ossia una invalidità del 100% vi è la possibilità di usufruire del congedo biennale da parte di un famigliare per seguire tale persona infatti:
- Secondo quanto disposto dall’art. 42 comma 5 del dlgs 151/2021 dopo la sentenza della corte costituzionale 19/2009 è fruibile dal coniuge o da un figlio che sia convivente con la persona portatore di handicap con grave disabilità. In caso di cause invalidanti o di mancanza del coniuge convivente o del convivente di fatto, hanno diritto a fruire del congedo il padre o la madre anche adottivi; in caso di decesso mancanza o in presenza di patologie invalidanti del padre o della madre, anche adottivi, ha diritto a fruire del congedo uno dei figli conviventi. Pertanto, perché possa scattare la possibilità di assistenza da parte di un figlio convivente, è necessario che il coniuge del portatore di handicap sia assente oppure soffra di patologie invalidanti, solo ove ci sia la certezza che il coniuge in questione si affetto da una di queste patologie, ci sarà la possibilità per il figlio convivente chiedere il congedo biennale.

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L’Amministratore condominiale ha obblighi e oneri nei confronti del proprietario degli appartamenti locati.
- In quanto agli obblighi gestionali valgono l’art. 1137 del Codice Civile, che consente al controllo da parte del condomino dell’operato dell’amministratore attraverso il procedimento di impugnazione della delibera assembleare, e/o l’articolo 1129 dello stesso codice, i cui commi 11° e 12° consentono la revoca dell’amministratore di condominio di cui alla legge 4/2013 (ove l’amministrazione sia iscritto a una di esse).
- L’Amministratore di condominio è tenuto ad inviare l’avviso di convocazione per l’assemblea a norma dell’art. 66 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile, direttamente al condomino /proprietario e (non all’inquilino), pena l’annullamento dell’assemblea che può essere oggetto di impugnazione. In questo senso il lettore può impugnare l’assemblea cui non sia stato convocato, entro 30 giorni dalla data in cui abbia ricevuto il relativo verbale. L’invio del verbale può essere richiesto con raccomandata o pec all’amministratore.
- Bisogna chiarire che l’amministratore di condominio non è tenuto, salvo specifico incarico a comunicare al proprietario alcunchè in ordine alla morosità dell’inquilino. Infatti in tema di rapporto condominio/inquilini vale l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la legge 392/1978 che disciplina i rapporti tra locatore e conduttore, non ha innovato in ordine alla normativa generale sul condominio degli edifici, quindi l’amministratore ha diritto di riscuotere i contributi e le spese per le cose comuni e dei servizi, nell’interesse comune direttamente ed esclusivamente da ciascun condomino

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È una domanda che si fanno tutti i laureati e alla quale proviamo a dare una risposta.
Si ritiene in linea generale che convenga sempre chiedere il riscatto agevolato della laurea all’Inps.
Tale periodo di riscatto, con la legislazione vigente, non è utile per anticipare l’età pensionabile (pensione di vecchiaia), ma permette di aumentare l’anzianità contributiva, anticipando, quindi, la maturazione dei requisiti contributivi richiesti per la pensione anticipata.
Non sembra esserci incompatibilità tra riscatto agevolato della laurea e iscrizione del cumulo Relativa Laurea/Inps.
Poiché con il cumulo i periodi contributivi versati vengono valutati da ciascun ente previdenziale con il proprio sistema di calcolo, conviene chiedere il riscatto all’INPS.

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In virtù degli ultimi emendamenti in tema di superbunus, facciamo chiarezza.
Il superbonus 110% per le villette e case a schiera delle persone fisiche è stato prorogato, dal 30 giugno 2022 al 31 marzo 2023, a patto che entro il 30 settembre 2022 siano stati effettuati almeno il 30% dei lavori complessivi, compresi o meno degli interventi agevolati con il bonus minori o non agevolati.
Non era necessario (anzi sconsigliato) inviare la pratica all’Enea per certificare i lavori effettuati entro il 30 settembre 2022.
In quanto chi l’ha fatto, ai fini della cessione del credito o dello sconto in fattura, ha poi dovuto faticare per raggiungere un Sal (stato avanzamento lavori) di almeno il 30% nell’ultimo trimestre 2022.
Facendo quadrare le ore caricate nel portale Cnce_Ed il connect, ai fini del Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) di congruità.  Inoltre, se l’ha raggiunto, deve inviare entro il 31 marzo 2023, alle Entrate due distinte comunicazioni, una per il primo Sal al 30 settembre 2022 e un’altra per l’altro Sal al 31 dicembre 2022.

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Facciamo chiarezza su questo quesito.
I nonni di minori di 14 anni non possono fruire dei diritti dello smart working, in quanto questo spetta solo ai genitori di figli under 14.
Inoltre la proroga prevista dal decreto Milleproroghe (Dl 198/2022, convertito in legge 14/2023) del diritto di lavoro agile in favore dei soli dipendenti privati, genitori di almeno un figlio minore di 14 anni, originariamente introdotto dal Di 34/2020, subordina l’esercizio del diritto alla condizione che l’altro genitore sia un lavoratore o che non sia beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per cessazione o sospensione dell’attività lavorativa.
Dunque, attualmente nessuna agevolazione è prevista per i nonni.

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