Dopo mesi di attesa, la risoluzione della SOA (Società Organismo di Attestazione) nei lavori collegati ai bonus edilizi è diventata operativa.
La stretta messa in piedi lo scorso 21 maggio, con l’articolo 10-bis del decreto legge n 21/2022 non aveva avuto effetti diretti prima dell’inizio del 2023. Ora però le cose iniziano a muoversi.
Infatti dal primo di gennaio, i nuovi obblighi sono partiti: L’attestazione Soa, tipica dei contratti pubblici, diventa obbligatoria anche nei lavori privati di importo superiore ai 516mila euro che ottengono incentivi fiscali.
La novità punta ad aumentare il livello di qualificazione delle imprese che effettuano grandi lavori per i quali si ottengono i bonus.
Per il rilascio della qualificazione Soa si verifica una lunga serie di requisiti, come l’essere in regola con i versamenti contributivi e previdenziali o con le norme in tema di infiltrazioni mafiose.
Si fanno soprattutto verifiche su capacità economiche, attrezzature e personale dipendente. In pratica, è impossibile che un’impresa appena costituita, e magari improvvisata ottenga una qualificazione di questo tipo.
A poche settimane dalla partenza dell’adempimento però, il mercato viaggia nell’incertezza, perché la norma che regola questo obbligo presenta ambiguità, che sono state chiarite solo in parte.
Infatti, dall’Ance dall’associazione dei costruttori e anche dal Consiglio nazionale dei commercialisti è arrivata la richiesta di delucidazione ufficiale soprattutto su due aspetti: il periodo transitorio e la modalità di applicazione delle regole sui contratti pubblici.
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